Save Me #18

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    ** Gstaad, Svizzera. 26 dicembre **

    L'eco di qualche tarda musica natalizia proveniente da un organetto, giù, al mercatino, filtra anche attraverso le finestre chiuse; ha un certo sapore di nostalgia, in effetti. Forse, è anche per questo il motivo per cui l'aspetto più spendibile del Natale - tradizioni che non sono tali - trascende la cultura che l'ha generato. A Lala, insomma, il Natale non dà fastidio. E poi, a Katheryn piace!

    Visti attraverso la cornice della finestra della suite, l'Oldenhorn e il Wildhorn si stagliano contro il cielo azzurro: le montagne completamente coperte di neve sono giganti sepolti da una coltre bianca, che brilla alla luce del sole che sale verso il suo quotidiano zenit. La giornata è limpida, e sotto una spessa coltre di coperte è anche il posto in cui per la maggior parte del tempo starebbe Lala Nausherwani, se Katheryn non avesse accettato di tollerare che nella Corner Suite dello Gstaad Palace la temperatura oscilli costantemente tra i 25 e i 26 gradi. In barba al problema del climate change, diremmo. I malpensanti parlano anche di un certo gusto di Lala nel potersi beare della vista della compagna vagare molto poco vestita tra le varie stanze, visto che con quel riscaldamento a malapena tollera di indossare una maglietta. Ma appunto, si tratta sicuramente di malpensanti e la semplice verità è che la Nausherwani è freddolosa.

    Tra Kat e Lala, da quando hanno iniziato a formare una coppia fissa, non ci sono segreti per quello che riguarda la loro vita insieme - sulle ombre del passato, ebbene, ci stanno lavorando - ed è per questo che la Regina Bianca non fa caso alla testa della danese, in piedi dietro di lei, poggiata sulla sua spalla, intenta a scrutare il cellulare della Pakistana. La chat delle ultime settimane con Ryan Moore è una sequenza di domande a cui sono seguite risposte non esaustive -non per colpa dell'interessato- , programmi rinviati, eventi sospesi. Il pollice di Lala scrolla sullo schermo, nervoso.

    "Ancora niente, eh? Beh, guardala così: non abbiamo dovuto accelerare i tempi, o dover far le valigie in fretta e furia per tornare indietro."

    "Niente..."

    Non può che ammettere la pakistana. Kat la abbraccia all'altezza delle spalle, un piccolo broncio a incresparle le labbra all'ingiù

    "Mi spiace, Ly...probabilmente l'unico che è contento di questa situazione è Nwasike"

    Che poi, onestamente, non è poi così vero. Perchè diciamocelo, grazie alla totale assenza di notizie provenienti da Lua Pele le due si sono godute ogni giorno in Italia, quando hanno disceso una parte dello Stivale da Milano a Roma, dove hanno festeggiato con insospettabile discrezione il compleanno di Katheryn, passando prima da Portofino e poi Firenze ...e ora, i giorni a cavallo di Natale lì, in mezzo alle montagne svizzere, in una vacanza che avevano già messo in preventivo da mesi, da ben prima di essere colte dallo sghiribizzo di prolungare un po' la permanenza in Italia, dopo la prima della Scala. Vero, i piani erano altri, soprattutto quelli di Lala, e sono stati frustrati. E quindi nel dubbio, sempre meglio provare a sdrammatizzare.

    "Ci sono...già passata."

    Lala si trova ad ammettere. Fa anche un profondo respiro, e si appoggia a sua volta un po' di più sull'altra, inspirandone il profumo e prendendo a giocare con i suoi capelli...

    "A questo punto... possiamo anche scaricare un po' gli all..."

    "Ti fa male la schiena?"

    Lala non riesce nemmeno a terminare la frase, che la parte più protettiva di Kat interviene a gamba tesa, strappando una risata all'altra...

    "No, no, ma non credo che sia necessario forzare così tanto..."

    Katheryn non sembra del tutto convinta, ma Lala le poggia le labbra sulla fronte...

    "E quel tempo libero in più... possiamo occuparlo in altro modo..."



    ** Giger Bar, Gruyères, Svizzera. 27 dicembre **

    Quando le porte del bar dedicato al creatore di Alien si sono chiuse dietro le spalle delle nostre, Lala ha potuto tirare un sospiro di sollievo. Stava per iniziare a lamentarsi della temperatura glaciale all'esterno - ma soprattutto, stava per scivolare, nella salitina che porta al bar (ed al castello) - trascinandosi dietro Kat. Che sta ancora sghignazzando. Che, insomma, lei glielo aveva detto di non mettere i tacchi. Perlomeno, non quei tacchi.

    Tsk.

    Comunque! Lala offre un saluto in un francese accettabile, e indica un paio di sedie a forma di spina dorsale, lontane dalla vetrina. E ne approfitta per ordinare

    "Due Alien caffè..."

    "Sei già stata qui?"

    Chiede Kat, e Lala ci pensa un poco su, ma per una volta questo non smorza il sorriso dal suo volto - Kat lo prende come un segno positivo.

    "Con Lilly, sì..."

    Kat fa per dire qualcosa, e Lala la interrompe...

    "Lo so, lo so, era una bambina... ma chi credi che abbia insistito per venire qui? Lei o io?"

    Domanda abbastanza retorica, in effetti. Lentamente, lo sguardo di Lala si volge verso la finestra. Lo sguardo si posa sui fianchi del Moleson, il monte che domina la città. E' così differente dalle montagne su cui è nata - e che a ben vedere ricorda solo a sprazzi.

    "Terra chiama Lala..."

    Lala allunga la mano, di rimando, a poggiarla su quella di Katheryn. In quel momento, le bevande vengono servite.

    "E' caffè con liquore al miele..."

    Kat osserva curiosa la tazza fumante, e poi alza due occhi allegri verso la compagna

    "Ti avviso, dopo il the allo zafferano che mi hai fatto provare a New York, ho aspettative molto alte..."

    E come una sommelier mancata, afferra la tazza tra le mani, portandola sotto il naso ed inspirando profondamente. Un muto scambio di sguardi, il sorriso rassicurante della Regina Bianca...e giù un sorso. La vampata di calore allo stomaco è pressochè immediata, non tanto per la temperatura della bevanda quanto per il liquore che subito scalda le viscere. Tanto per cambiare, è buono...ma se glielo ha consigliato Ly, come poteva non esserlo? Ora, Katheryn non è una gran bevitrice: per carità, regge l'alcol dignitosamente ma l'impressione è che alla fine, complice l'outift invernale, si sentirà accaldata. Ma per il momento, non può non ammettere che...

    "Mmm...che bontà! E che voglia avrei di accompagnarlo con un cookie di Levain, proprio come a New York!"

    "Hmm..."

    La voce di Lala sembra perdersi mentre contempla il viso dell'altra, che si va arrossando per l'alcool - e forse, non solo. Schiocca la lingua sul palato, e poi fa...

    "...dovrebbero arrivare le meringhe a breve..."

    Che no, non sono cioccolatose, ma insomma. Bisogna sapersi arrangiare... E quando arrivano, poi Kat fa la medesima cosa che fece a New York: abbozza il gesto di intingere la meringa in quel caffè con liquore: Lala sorride benevola, come allora, e la punta della meringa svanisce nella tazza, sciogliendosi parzialmente. La Winnick dà un bel morso, socchiudendo gli occhi con voluttà mentre la meringa le si scioglie in bocca, portando con sè gli aromi alcolici del caffè e del miele.

    "Oddio...com'è zuccherosa..."

    Si lascia sprofondare nello schienale della bizzarra poltrona, accarezzando i pomelli dei braccioli. La voce vagamente impastata dalla masticazione del dolce.

    "Caffè alcolico, zuccheri a volontà...no bueno Ly, mi vizi troppo tu..."

    "Solo il meglio per la mia Kat..."

    Risponde Lala, sfarfallando appena la mano, e mordicchiandosi il labbro inferiore. C'è da chiedersi a cosa sta pensando, la nostra, in questo momento. A dire il vero, la nuova divagazione della sua mente viene interrotta, perchè

    "E comunque..."

    Kat finisce la bevanda con un altro sorso, e si allunga a posarla sul tavolino

    "...questo Alien Caffè è proprio buono, forse batte il Kawha...uhm...non so..."

    "Ne vuoi un altro per essere sicura?"

    "No no, già mi sta facendo venire le vampate, però, visto che ci sono ancora un paio di meringhe, ce le vedrei bene con una cioccolata! ...no, vado io, figurati"

    Che Lala, si stava già guardando intorno per cercare di attirare l'attenzione di un cameriere.

    "Solo che adesso ho caldo, però."

    Si sfila il pullover, rivelando la jumpsuit in cashmere bianco che la riveste dal collo alle caviglie come una seconda pelle: una specie di fiocco di neve biondo caduto chissà come in quell'ambiente dal look, manco a dirlo, alieno. Si alza, raggiungendo la compagna e stampandole un bacio sulla fronte. Le sorride candidamente, sfiorandole la guancia con le dita. Sì, in effetti con ogni probabilità il pensiero che è passato per la mente di Lala, prima, ha trovato la conferma che voleva, perchè quando Kat fa...

    "Vuoi qualcos'altro anche tu?"

    Lei risponde...

    "Oh, sì..."

    Ma in effetti non elabora troppo, perchè mentre dice così, sfarfalla anche la manina. Kat rimane perplessa per un istante, per poi

    "Tieni d'occhio qui le cose, eh..."

    Sta ancheggiando di proposito, come la fiamma bianca di una candela, mentre si dirige al bancone? E' certo che senta lo sguardo di Lala su di sè, quindi sì. E quell'ondeggiare la testa mentre aspetta la cioccolata, facendo vibrare i capelli biondi che le scendono mossi oltre le spalle? Non la guarda, ma sa che l'altra sta guardando lei. Butta il fianco in fuori, spostando il peso sulla gamba, e pizzicandosi la punta di un'unghia tra le labbra, in attesa di essere servita. Il che, forse, implica che, sì, ha capito perfettamente a cosa stava pensando Lala. La quale, da parte sua, dopo un'attesa di circa 48 secondi... mormora qualcosa di incomprensibile, e si alza a sua volta. Percorre quei pochi passi che la separano dal bancone con la stessa sicurezza, e la stessa eleganza con cui un tempo aveva calcato le passerelle - con quell'andatura sinuosa che, e lo sa, a Kat piace tanto...

    Si avvicina al bancone, e poggia la mano sul fianco della danese... non le dice nulla, ma alla cameriera fa...

    "Può tenere d'occhio le nostre giacche? Devo usare... i servizi..."

    Tanto, non c'è molta gente. Ma la mano della pakistana è già stretta in quella della danese - e la sta gentilmente tirando a sè...



    ** Petit St Vincent Resort, Saint Vincent & Grenadine. 02 gennaio **

    Lala, facendosi ombra con la mano, aspetta che la sagoma di Katheryn si frapponga tra lei e il sole...e se la mangia con gli occhi: il pareo bianco legato al fianco, con una delle due cosce che fuoriesce dal taglio laterale, il bikini candido a vita bassissima e le coppe a triangolo provocatoriamente di una taglia più piccola di quella che dovrebbe essere lecita (non si dica che la Winnick, anche per semplice osmosi, non abbia imparato a rendersi più seducente in più di un aspetto del suo apparire. La verità è che Lala è stata un'ottima e appassionata insegnante e la sua compagna un'allieva più che desiderosa di apprendere). La danese, l'aspetto reso più selvaggio da una cascata di sottili treccine bionde che la Winnick ha preteso di farsi fare dopo aver visto l'acconciatura di una receptionist del resort, le porge una noce di cocco tronca, dalla quale spuntano una cannuccia rosa e un'ombrellino di carta. La pelle del petto ancora traslucida per la consistente quantità di crema solare che Katheryn mette ogni volta che si espone al sole.

    "Dici che continueranno a bersela?"

    Il riferimento non è certo al cocktail, ma alle leggi di St Vicent & Grenadine in tema di diritti LGBT, che definire medievali sarebbe un eufemismo. Le opzioni erano due: fingersi parenti, financo sorelle, o cambiare destinazione per il Capodanno. Ma il Petit St Vincent è un piccolo paradiso, e Kat ne aveva fatta una questione di principio: "Mai sfidare Kat, Lilli... la prende... sul personale!" aveva detto una volta Lala alla sua figlioccia, e per una questione molto meno importante, quale poteva essere un piatto troppo piccante a La Morada a New York.

    "Alla Spine Clinic ci avevano creduto"

    "Alla Spine Clinic non avevi dato loro tempo di replicare, è diverso. E poi...era Las Vegas, insomma..."

    Sta di fatto che Lala poggia la noce di cocco sul piccolo tavolino al fianco... e poi illumina il viso con un sorriso che, forse, potrebbe preoccupare un poco. Tanto è vero che fa...

    "Cooomunque..."

    Sfilandosi la parte superiore del costume arancione, e lasciando intendere che non ha molti segni d'abbronzatura, segno che è un'abitudine consolidata. Dopodichè, lascia cadere il costume a terra, e si sdraia a pancia in su sulla sabbia. Il cuore di Katheryn perde un battito: non si abituerà mai alla bellezza di Lala. E riesce anche a formulare un pensiero divertito, rimanendo almeno in parte lucida di fronte alla compagna.

    "Ma guardatela...già perfettamente abbronzata, e io che mi scotto in venti minuti se non mi riempio di protezione 50. Mi fai un'invidia!"

    Lala schiocca la lingua sul palato, civettuola.

    "...dobbiamo passare a ritirare i costumi per la festa al Frangipani..."

    Piccola pausa ad effetto, la voce che si abbassa di un quarto d'ottava, per concludere con

    "... Sorellina..."

    Ora, a beneficio di chi non lo ricordasse, 'Sorellina' era il modo in cui Lala e Marishka si chiamavano, più o meno scherzosamente, ai tempi della loro prima faida. Ai tempi dell'ultimo, ed unico, regno titolato della Regina Bianca. Oh well. Lala allunga anche la mano ad afferrare il libro poggiato sul tavolino. To be fair, il segnalibro si trova quasi all'inizio di "Don't Let's Go to the Dogs Tonight"; probabilmente le letture serali della pakistana sono relativamente brevi. Oh well, sisters will be sisters, immagino...
    Kat si inginocchia, gattonando sopra la Regina Bianca e avvicinandole l'orecchio alla bocca...e badando bene a lasciare che i loro corpi comincino a sentire uno la vicinanza dell'altro: le punte di quei serpentelli di capelli biondi intrecciati solleticano provocatrici la pelle della pakistana.

    "Scusa puoi ripetere? Non ho sentito..."

    Ed è più o meno a questo punto, che il telefono di Lala vibra - sembra aver preso l'abitudine di tenerlo sul silenzioso. Le dita della Nausherwani si allungano, con gli occhi semichiusi per evitare il sole - il tavolinetto oscilla pericolosamente, ma l'obiettivo viene raggiunto.

    Lala aggrotta le sopracciglia, dopo aver letto, e poi solleva lo sguardo, fissandosi per qualche istante sui capelli a treccine della danese, e poi chiede, ex abrupto...

    "Quant'è che pesi, adesso?"

    "Uh?"

    Katheryn si irrigidisce e si solleva appena, guardando istintivamente verso il ventre, come se le puntassero un dito accusatorio contro. Ma l'accusa sarebbe decisamente infondata: la pelle è liscia, sugli addominali contratti. E ad ogni buon conto Lala, divertita per qualcosa che solo lei sembra sapere, le sta sfiorando il tricipite con i polpastrelli, saggiandone la tensione. Kat alza lo sguardo verso quello della compagna, con aria colpevole. L'altra, in tutta risposta, ridacchia coprendosi la bocca col dorso della mano libera.

    "Non...non saprei, non mi peso da...ma perchè me lo chiedi?"

    "Hmm... così... ero curiosa..."

    "Facciamo così allora, dimmelo tu!"

    E si lascia cadere di peso sul corpo della Regina Bianca, traendole un rantolo di fiato mozzato che poi si scioglie in una risata

    "Questo è stato un colpo a tradimento!"

    "Naaah...dai, dimmi...peso troppo?"

    La danese le inchioda le mani a terra, premendosi contro Lala che, provocata, cerca di tendere il collo come se volesse morderla. Ma la Winnick scatta all'insù con la testa.

    "Sentiamo te, piuttosto..."

    E' un attimo. Mz. Hyde si scosta il giusto per mettere le mani ai fianchi della Regina Bianca, sollevandola di peso -aiutata dal fatto che istintivamente Lala si aggrappa a lei- e portandosela di traverso sulla spalla

    "Hey! Aiuto!"

    La bionda non la sta nemmeno a sentire, e prende la via del mare ad ampi passi, dondolando per tenersi in equilibrio mentre la pakistana si agita e protesta

    "Leggerina, dai..."

    "Mettimi giù, matta!"

    E poi, intravedendo il finale che si avvicina sempre più ad ogni passo fatto da Katheryn

    "No no no...i capelli! Kat! Li ho lavati stamattina! Abbiamo la festa stasera! ...fammi almeno rimettere il costume! Ci cacciano se ci vedono così!"

    Tutte motivazioni molto poco convincenti, oltretutto Lala è la prima a non credere in quello che dice, tant'è che fatica a non ridere tra una parola e l'altra

    SPLASH!

    Si rovesciano entrambe in acqua, tra schizzi e risate e grida



    ** RSTAR Fitness & MMA Academy - Langebaan, Repubblica Sudafricana. 4 febbraio **

    "Allora, come sono andata? Ti sono piaciuta?"

    E' una Katheryn ancora sovraeccitata e accaldata, nonostante la doccia appena fatta, quella che salta al collo di Lala Nausherwani nel primo pomeriggio di questa giornata di estate australe. La danese è reduce dal suo primo match ufficiale di MMA, vinto ai punti contro un'altra allieva della RStar, Babalwa: le due hanno occupato uno degli slot riservati agli opener di un Combat Festival che occuperà tutta la giornata, non avendo ancora lo status per finire nella parte alta della card.

    In questo mondo, che Katheryn sia l'ultima Women's Champion della Camelot Kingdom Wrestling interessa a pochi. Anzi, molte compagne di Academy sembrano fare apposta ad andarci più duro del normale con "la bionda che prima faceva l'acrobata al circo". Non glielo dicono in faccia, nè lo fanno a portata di orecchio di Lala, ma è un dato di fatto. La cosa ha sortito il solo effetto che Katheryn è migliorata nel combattimento molto più velocemente della media, avendo dovuto impegnarsi il doppio fin dall'inizio. Babalwa, tra l'altro, è la migliore amica di Adwoa, la lottatrice "senior" della RStar che aveva dato le prime lezioni a Kat, mesi fa; non era finita bene tra di loro - e Babalwa forse voleva anche mostrare fedeltà alla sua amica. Insomma, Babalwa ci ha ricavato un taglio abbastanza vistoso su uno zigomo. E Kat...

    Kat eccola qui, sorridente, struccata, con le treccine - dopo la vacanza a Saint Vincent ogni tanto tornano a far la loro comparsa, e comunque sono funzionali quando si tratta di combattere un match MMA - raggruppate in qualche modo dietro la testa, che cerca il conforto, l'approvazione, dell'unica persona di cui ha necessità di sentire la voce in questo momento. Nikita, il titolare della RStar, le ha già fatto i complimenti dopo il match ma Kat quasi non li ha sentiti, le orecchie che ancora ronzavano per l'adrenalina e le botte prese e la proclamazione del suo nome come vincitrice...e comunque lui doveva continuare a seguire l'evento. La Winnick invece voleva solo farsi una doccia e correre fuori.

    "La prossima volta voglio vincere per KO, però!"

    In questi frangenti, Lala si trova un po'... in difficoltà. Da una parte, non vuole sembrare iperprotettiva - che via, ambedue sanno che cosa vuol dire salire su un ring; e se il wrestling non è l'ottagono, comunque un certo grado di incolumità fisica è sempre in bilico. Dall'altra, però, non vuole nemmeno far vedere che ha passato il match morsicandosi le labbra per la tensione, soprattutto quando Babalwa ha iniziato a lavorare le ginocchia di Katheryn...

    "Sei stata bravissima..."

    "Sei in ritardo di una frase, Ly..."

    Ridono. Lala allunga la mano destra a carezzare il viso della danese, con un tocco delicato... come se volesse assicurarsi di non farle male...

    "Faccio ancora un po' fatica...il wrestling è tutto diverso. Soprattutto, là avere tecnica aiuta, qui invece avere un background nel wrestling non serve molto...è più statico, non è che posso mettermi a correre, fare moonsault, lanciarmi alle corde...nemmeno ci sono, le corde! E ti assicuro che un paio di volte con la coda dell'occhio mi è venuto istintivo cercarle!"

    Ride

    "Sei la mia valkyria..."

    Schiocca la lingua sul palato.

    "... ho prenotato al Wolfgat... dobbiamo festeggiare!"

    Il Wolfgat è uno dei 50 migliori ristoranti al mondo, e si trova a Paternoster, poco lontano da Langebaan; lo chef, Kobus van der Werve, considera Lala 'una di casa'. Per estensione, quindi , anche Kat è 'una di casa'.

    "...e poi... la mia piccola valkyria..."

    La mano che va a poggiarsi sul fianco della danese

    "...dovrà scaricare un po' di questa tensione... e ho una vaga idea di come fare..."

    "Solo vaga?"

    "No..."

    Risatina.



    ** Langebaan, Repubblica Sudafricana. 5 febbraio **

    Si erano svegliate abbracciate l'una all'altra, in posizione fetale. Intorno a loro, le candele accese la sera prima si erano completamente consumate trasformandosi in grumi di cera rappresa su dei piattini. Lala stessa, in effetti, si è svegliata con quella sensazione: "completamente consumata" era un ottima espressione per definirla, al risveglio, cinta dal braccio di Katheryn. Che ancora riportava, sbiadito, il segno di qualche...runa?

    Rune, sì, forse. Vederle alla luce del giorno che filtrava tra le tende le aveva confermato che la notte appena passata non era stata una specie di estasi onirica. Era successo tutto davvero: la casa buia, Katheryn che aveva preso alla lettera il termine valkyria. E le aveva fatto trovare la stanza inondata dalla luce delle candele, e le si era presentata coperta solo di strani segni che le percorrevano la pelle, le treccine sciolte...e le aveva parlato solo in danese, e Lala non aveva capito nulla, ed era ipnotizzata dal tremolare delle fiamme, dal suono incomprensibile e aspro della lingua natìa della Winnick...a Lala è sembrato di fare l'amore con una specie di semi-divinità. Ma non dell'amore. Della guerra. Una specie di barbarica ninfa della passione. E' stato molto poco romantico ma mai doloroso, mai spaventevole. Vittima di un desiderio violento, aggressivo, feroce, famelico, soverchiante. Preda di un demone biondo, irrefrenabile, invincibile.

    Sembra un'altra vita, sembra un'altra persona, ora che pazientemente si paga parte del conto di quella notte: con pazienza, dischetti di cotone e abbondante uso di liquido struccante. Le mani si scontrano, mentre vanno per pulire lo stesso segno. Una piccola pausa. Si incrociano gli occhi.

    "E' stato..."

    Lala manda un soffio secco, sollevando le sopracciglia

    "EH!..."

    Scoppiano entrambe a ridere. Katheryn guarda fuori dalla finestra. Il veld, l'Oceano...e però, la consapevolezza dell'avvicinarsi dell'inverno australe.

    "Mi mancherà stare qui. E' il famoso Mal d'Africa, immagino..."

    "Sì... ma prima di tornare a New York..."

    Lala si allunga indietro - Kat la osserva, mentre si inarca indietro, con un sorriso quasi orgoglioso. Quel movimento, l'anno scorso, l'avrebbe ridotta in un cumulo dolorante. Sta di fatto che Lala prende il cellulare...

    "Danno 6 gradi di massima, -4 di minima... e non mi interessa come li convertono loro in Fahrenheit... io a New York non ci torno..."

    "Ly... lo sai che mi scade il visto..."

    La Repubblica Sudafricana può sembrare un paradiso dalla veranda del nido di Langebaan che le nostre abitano, ma è implacabile nella caccia ai clandestini, in una spirale di violenza e corruzione che in qualche modo si autoalimenta. Non è questo il momento, non è questo il luogo...

    "Hmm... e se... "

    "Dobbiamo rientrare, Ly."

    "Uff... "

    E si accoccola sulla sua valkyria. "Boooring..."

    Katheryn socchiude gli occhi con un sorriso, lasciando che i bordi regolari e tondeggianti delle sue unghie accarezzino la schiena della compagna.

    "Beh...ti devo come minimo una notte da schiava, quindi mettiamola così: se smetti di fare i capricci, la prima notte quando arriviamo a New York sarò il tuo giocattolino, potrai farmi tutto quello che vorrai...che te ne pare?"

    La voce di Lala è uno squittio molto infantile e giocoso. Che contrasta con il programma che si sta già delineando nella sua mente. Strofina la fronte sul petto di Katheryn, come una gatta.

    "Uuuuuh...I like that, my love..."



    ** 245 W 29th Street, New York. 24 marzo. **

    Una Lala Nausherwani di una bellezza sfolgorante sembra volare fuori dal portone del palazzo; fasciata in un miniabito di Vera Wang, mostra miglia di gambe, e i suoi capelli scivolano dietro di lei in un'onda nera. In mano, ha una busta di carta. Un paio di settimane fa, Lala ha ricevuto una mail da un indirizzo che non vedeva da un po', quello del fotografo di moda Kourosh Sotoodeh. L'artista di origine iraniana le scriveva che era stato contattato da un "importante cliente" per una serie di fotografie non di moda - come Kourosh di solito fa, motivo per il quale Lala lo ha conosciuto - ma fotografie di sport. L'"importante cliente" aveva bisogno di un volto bello per una campagna pubblicitaria; Kourosh aveva pensato a Lala. Un paio di giorni fa, Lala si è presentata nello studio di Kourosh; Kourosh l'ha fatta spogliare. Kurosh ha operato la sua magia.
    To be fair, è piuttosto facile con Lala farlo. Per i curiosi, Kourosh è stato anche l'autore del famoso book di nudi d'autore che vede protagoniste Lala e Miriam.

    Oggi, Lala è tornata a recuperare le foto perchè si è assicurata comunque una pre-approvazione personale prima ancora che il cliente di Kourosh veda le foto. Lala è sempre stata molto gelosa della sua immagine - e dei diritti ad essa connessi. E' uno dei motivi per cui ad un certo punto, è sorta l'esigenza di creare la persona di "H", per ovviare a problemi con la CKW, molto gelosa dei diritti d'immagine delle sue lottatrici. Sta di fatto che la busta è ancora sigillata...e Lala si è dovuta trattenere lungo i 10 minuti di camminata per raggiungere Angelina Bakery ad Hudson Yards.

    "Tutto fatto!"

    Dice, bacetto sulle labbra di Katheryn che la accoglie al tavolino nel suo miniabito color Viva Magenta. Appoggiata allo schienale della sedia, una mezza giacca di pelle bianca, poco più di un coprispalla.

    "Uuuuh...vediamo vediamo vediamo! ...ma tu non le hai ancora viste?"

    E no, Lala non ha ancora visto le foto, e porge la busta alla Winnick. Lei si ferma, squadrando la pakistana con sguardo indagatore da dietro la carta.

    "C'erano altre modelle? O modelli?"

    La Regina Bianca ride e rotea gli occhi in alto, fingendo insofferenza

    "Ne abbiamo già parlato, mamma..."

    "E ti ha fatto spogliare tanto, quello là?"

    Stavolta nemmeno aspetta la risposta, in effetti, e tira la fascetta adesiva estraendo le prime foto e disponendole a ventaglio sul tavolino. Che è piccolo e rotondo e quindi a Lala basta sporgersi un poco in avanti e ruotare leggermente il collo, per avere una buona visuale. Che insomma, è lei il soggetto delle foto. Kat spalanca gli occhi, alzandoli poi sulla compagna.

    "Oddio Ly, sei bellissima! Guarda!"

    Le prime foto sono basate sull'arte classica. In una, ad esempio, Lala è ritratta come il Discobolo di Mirone. In un'altra, come un atleta che si deterge con lo strigile.

    "Il pitch è in effetti Classical beauty, contemporary bodies"

    "Non è lo slogan di Equinox?"

    "Sì"

    "Oh, ecco quindi chi era l'"importante cliente"...ma non avevano la tipa delle Liberty?"

    "Ah, adesso è diventata la tipa?"

    "Da quando ti ha scritto chiedendoti di uscire e di mollarmi, tipa è la migliore cosa che le poteva capitare. L'alternativa era salma...e comunque, vogliamo paragonarvi? Dai, non scherziamo. Uuuh, guarda anche queste!"

    Che in effetti, ci sono anche foto meno "artistiche" in cui Lala, in shorts e top, è alle prese con esercizi a corpo libero su un fondale identico a quello delle sale della Equinox.

    "Sì, il progetto è sia per la campagna pubblicitaria che per la brochure...la campagna andrà sui manifesti, ma le stesse foto dovrebbero essere usate per i banner pubblicitari. Kurosh ha preso come riferimento le statue della classicità...questo è il discobolo di Mirone...o meglio, in questa sono il discobolo di Mirone, in questa sono l'atleta che si deterge di Lisippo, in questa sono uno dei Pancrastinae...l'altra si chiama Viola, mi ha lasciato il numero di telefono..."

    Questo, tra l'altro, sembra rispondere anche alla domanda se era da sola, e la risposta è negativa. Poi, la mano di Lala va sulle altre foto...

    "Queste invece sono per la brochure...e quindi...dovrebbero finire anche sulla rivista dei soci."

    "Capito! Uh, aspetta un secondo, vado a chiamare qualcuno per ordinare, Lilli dovrebbe arrivare tra poco."

    Kat trotterella verso il bancone. Lala la vede indicare il loro tavolo a uno degli addetti, e poi qualcosa tra le monoporzioni in esposizione. La Nausherwani, non vista, ne approfitta per far scivolare un'altra busta sigillata sotto le foto ancora sparse sul tavolino, appena prima che la sua compagna torni a sedersi.

    "Ora arrivano a prendere le ordinazioni, ma intanto...questa è la strawberry heart mousse"

    Fa, porgendole un piattino su cui fa bella mostra di sè un cuore di un rosso lucido e brillante

    "...perchè il mio cuore appartiene a te, Lala Nausherwani"

    "Oooh..."

    Lala fa per dire qualcosa, ma in effetti Katheryn la anticipa...

    "Lala Nausherwani...per caso sei di nuovo arrossita?"

    Lala sghignazza, allungando la mano a cercare le dita della compagna - e sì, assumendo l'ombra di un colore che non è poi troppo dissimile dal dolce che si appresta ad assaggiare.

    La busta ancora sigillata viene presto dimenticata, perchè dalla porta fa il suo ingresso, da sola, Lilith, o Lilli per gli amici, la "figlioccia" di Lala. Ha gli occhi rossi, ed in effetti sembra aver pianto di recente.

    L'espressione di Lala potrebbe essere riassunta in un "ora vado da Ethan e lo appendo per..." ma la mano di Katheryn sembra, almeno per il momento, avere un effetto lenitivo. Tanto che Lala smette di vedere rosso, e si avvicina alla sua giovane protégée, cingendola in un abbraccio. Le parole ce le mette Katheryn, provando a portare subito la situazione nei binari previsti, e cioè il ritrovarsi tutte e tre lì per una merenda:

    "Lilli! Stavamo aspettando te per ordinare."

    Lala fa accomodare la figlia di Marishka, che si fa un po' guidare, quasi imbarazzata.

    "Ethan mi ha... uh, sono le foto di oggi?"

    No, non è rimbalzata dalla depressione all'entusiasmo. Forse, sta cercando di esorcizzare un po' il tutto, ed il fatto che Ethan l'abbia piantata di nuovo, via telefono, per la terza volta nel giro di un niente. Lilli guarda le foto, e incrocia lo sguardo di Kat, e poi... beh, le sue dita trovano la busta ancora chiusa.

    "E questa?"

    "Aspett..."

    Ma è un po' troppo tardi, dacchè le dita affusolate di Lilith hanno già aperto la busta di carta, e hanno estratto un plico molto più piccolo di foto. Lilith apre le labbra, e se le mordicchia...

    "Uh..."

    Dopodichè, rimette le foto nella busta, e la spinge verso Katheryn.

    "Credo che... siano per te."

    Kat solleva un sopracciglio, all'indirizzo di Lala. Che non ha ben chiaro cosa stia succedendo...allunga le mani, ma Lala è più lesta di lei e toglie dal tavolo l'oggetto incriminato, facendolo sparire nella borsetta di Vuitton.

    "Era una sorpresa!"

    "Non...voglio... hmm..."

    Lala si mordicchia il labbro inferiore. Si è un po' cacciata in una situazione imbarazzante... e quindi, si ritrova a smanacciare in cerca di una soluzione... Soluzione che è...

    "Uh... Kat! Dicci come è andata a te..."

    E Kat, per una frazione di secondo, fissa gli occhi in quelli di Lala con un'espressione indagatrice e vagamente sospettosa. Ma dall'imbarazzo montante tra le altre due interlocutrici, forse è meglio soprassedere, per ora. Insomma, non è che non avrà occasione entro la fine della giornata per un confronto con la Regina Bianca sul contenuto di quell'altra busta. E quindi si stringe un poco nelle spalle, arricciando le labbra.

    "Che è successo? Qualche novità?"

    "Uhm...sì e no. Sono stata contattata da una Federaz..."

    Lilli batte le mani

    "Wow! Torni a lottare!?"

    Kat però prova a contenere l'entusiasmo della ragazza goth. Prosegue, alternando lo sguardo tra Lilith e Lala.

    "E' una federazione indipendente, in realtà. Sono canadesi, e hanno comprato diritti tv per trasmettere 5 show su Fox, tra maggio e giugno. Stanno sondando il terreno, diciamo. Mi hanno contattato per una collaborazione...e per carità, l'offerta economica è buona..."

    "Ma tu non sei convinta, mi pare..."

    Lala si limita ad ascoltare, e se ne rallegra. In fondo, il discorso di Katheryn sta sviando l'attenzione di Lilli da Ethan, e la sta facendo concentrare su altro. E su un argomento che la appassiona, oltretutto, quindi le lascia l'incombenza di fare le domande. Kat, dal canto suo, quasi si schernisce, alla considerazione di Lilith.

    "Ecco...ho chiesto tempo. Sono pieni di entusiasmo, ma sono una realtà piccola. Ora, non voglio passare per snob, ma...e se qualcuno pensasse che svaluterei il titolo femminile della CKW? Sono l'ultima detentrice, Camelot era una grande federazione...loro per carità mi lasciano carta bianca sulle scelte di booking, anche se hanno provato ad abbozzare l'idea che potrei essere l'heel che arriva e dice 'io sono io, e voi non contate niente'...non lo so, non lo so...non mi ci vedo molto in quel ruolo, e poi se il mio character la pensasse così, perchè dovrebbe abbassarsi a presenziare agli show? Mi sembra un po' un controsenso, no? Dall'altra parte, mi manca il lottato..."

    "Mica troppo, lo so cos'hai combinato in Sudafrica con le MMA!"

    Kat sorride. E lo fa anche Lala. E forse, entrambe si incontrano per un'istante nella notte dopo il primo match della Winnick, alla RStar.

    "Sì sì...ma mi manca anche il wrestling, e penso che al pubblico farebbe piacere...Fox è un network nazionale...insomma, sono piena di domande anch'io, ecco."

    "Beh, se Fox trasmette Tucker Carlson, saresti un grande miglioramento..."

    Lala però, sì, comprende perfettamente i dubbi di Kat, ed allunga la mano, a poggiarla sul polso della danese. Lei stessa ha avuto difficoltà, per altri motivi, a rimanere fedele al suo ruolo di Revolutioneer. Ad ogni modo...

    "Magari sentiamo RD, vediamo se ha un consiglio legale..."

    RD è il legale di Lala. Comunque, Lala schiocca la lingua sul palato, le si illumina il viso in un guizzo di infantile malizia...

    "...e poi, volendo, ti puoi sempre mascherare!"

    Ora, immaginatevi Lala che schiocca le dita muovendo la testa, come una sista di un video rap. E capirete il perchè delle risate che contagiano tutte e tre.



    ***Residence 202 @ The Pierhouse - Brooklyn Heights, NYC - 24 marzo, 10 PM***

    Le chiavi finiscono in una ciotola di cristallo vicino all'ingresso con un rumore metallico. Lala si avvia verso il soggiorno lasciando scivolare dai piedi le décolleté di Jimmy Choo. Alle sue spalle, la voce di Katheryn la richiama a una faccenda ancora in sospeso:

    "E quindi, questa busta? Che c'è dentro?"

    Kat la tiene per un angolo, tra indice e pollice, facendola dondolare. La domanda potrà essere quasi del tutto retorica, ma va detto che a conti fatti, il contenuto le è ancora ufficialmente ignoto. Il sorriso che fa però, non è di chi non abbia la più pallida idea di cosa aspettarsi.

    "Oh, beh, sai, mentre posavo, mi è venuto in mente che avrei potuto fare qualcosa di più interessante... per te..."

    Lala schiocca la lingua sul palato, e poi...

    "C'è voluto un po' a convincere Kurosh... ma sai quanto so essere persuasiva..."

    E poi...

    "E comunque, almeno mi sarebbe rimasto qualcosa in mano..."

    To be fair, mentre Lala parlava, Katheryn stava aprendo la busta. Solleva lo sguardo, con un'espressione tra il divertito e l'implicita domanda 'seriously?'. Lala fa spallucce.

    "Ho un'anima cattiva..."

    "Oh, so bene di non essere l'unica Mz. Hyde qui dentro..."

    Che apparentemente, l'impegno preso l'ultimo giorno a Langebaan è stato onorato, per tutta la prima notte dopo il ritorno a New York. Kat poggia la busta sul tavolino dell'ingresso. Si intravede una mezza foto spuntare fuori: la quantità di pelle che si vede nella perfezione del bianco e nero lascia intendere il soggetto ed il tema della foto. Kat si avvicina a Lala. Anzi, diciamo meglio: si addossa a Lala, premendo il corpo contro quello di lei, passandole i polpastrelli sulla bocca. La pakistana ne trattiene uno, serrando le labbra.

    "Mi hai fatto venire voglia di vedere se c'è qualcos'altro di questo tuo lato cattivo che ancora non mi hai mostrato..."

    "E' una sfida?"

    Katheryn le guida i palmi, premendoseli sul seno e mandando un respiro profondo. Sotto la stoffa del vestito, sotto la carne di Kat, Lala potrebbe dire di sentire davvero il cuore della compagna vibrare di eccitazione, come un tamburo.

    "Dicevi? 'Almeno mi sarebbe rimasto qualcosa in mano'...?"



    ** Equinox East 61 Street, 330 E 61st St, New York. 4 aprile, pomeriggio **

    Lala si trova a guardare di sottecchi il poster che è appeso all'uscita della palestra, e che la ritrae; schiocca anche la lingua sul palato; non è imbarazzata - perchè mai dovrebbe? - ma c'è da dire che un gym-bro in uscita è rimasto a fissare il cartellone per un po', con una espressione non molto intelligente. Alla fine, quindi, Lala ha deciso di firmare il contratto con la Equinox; sarà la testimonial della palestra per sei mesi al posto della giocatrice di basket delle Liberty. Kat l'ha assicurata che si tratta di un grande passo in avanti, dal punto di vista estetico; onestamente, Lala è d'accordo; ma questa è la parte di lei, vanitosa, che un tempo si considerava il centro del mondo, e che probabilmente a volte alimenta ancora qualcuno dei suoi pensieri.

    Ad ogni modo, Lala sta aspettando Katheryn per allenarsi assieme; in effetti, per almeno sei mesi non potrà allenarsi da nessun'altra parte; dopotutto, non sarebbe elegante per la Equinox far trovare la propria testimonial... altrove. E quindi, fissa di nuovo il poster. Quel che interessa a noi, è che Lala ha chiesto al fotografo di non editare le sue cicatrici, soprattutto quelle degli interventi alla schiena. Forse, è parte del processo di accettazione...

    "Quindi? Programma di oggi?"

    Il braccio di Katheryn le si poggia sulla spalla. La danese è accanto a lei, Lala si volta ma l'altra finge però di non notarla troppo, persa nell'osservare il poster così come un critico d'arte osserverebbe la Notte Stellata di Van Gogh.

    "Mamma mia...ma dove l'hanno trovata questa nuova modella? Guarda che figa, santo cielo..."

    "Dicono che stia con una che..."

    E si china appena, sussurrandole qualcosa all'orecchio. Kat sgrana gli occhi, bisbigliando

    "Ma no! Sul serio?"

    Non è che ci sia bisogno di essere riservate, in questo scambio - alla fin fine, sono abbastanza "sole" - ma probabilmente fa parte di qualche piccolo segreto, qualche piccolo gioco che si scambiano. In effetti, sghignazzano tutte e due - come due ragazzine - e Lala poggia anche una mano sul sedere di Katheryn, forse a sottolineare il sussurro, forse, invece, ad ampliarne il significato. In effetti, Kat ha un asciugamano di traverso sulle spalle, i capelli raccolti a coda di cavallo, e un completo top-leggings-sneakers sui toni del bianco e del rosa. I leggings sembrano far fatica a contenere la muscolatura iper-tonica di gambe e glutei. Il top che lascia scoperta la pancia è altrettanto aderente ma non è scollato e anzi sale a girocollo e lascia però scoperta la schiena, se non per due strisce elastiche incrociate a X tra le scapole. To be fair, quando Kat le ha mostrato l'outfit per la prima volta, il top scollato originale le è rimasto addosso all'incirca dodici secondi. Le lunghe gambe di Lala sono invece fasciate - e raccontate - in nero, e indossa uno sport bra arancione con il logo della Equinox - apparentemente, essere testimonial comporta anche determinate scelte, almeno all'interno delle mura della palestra.

    "Ad ogni modo, ho trovato un'insegnante di acro-yoga solo per noi..."

    Katheryn la guarda, e Lala fa un sorriso, indicando con un cenno del capo il poster.

    "Ehi, si porta dietro dei benefici... ma è tutto merito tuo, a dire il vero. E' una tua fan."

    Lala allarga le braccia, e poi elabora...

    "Combatte in una federazione minuscola con il nome di 'Luscious' Lucy..."



    ***Residence 202 @ The Pierhouse - Brooklyn Heights, NYC - 8 aprile, 11 PM***

    Quel pomeriggio di lezione si era prolungato fino a tarda sera, ed il motivo è molto semplice...dopo aver fatto faticare le nostre, Masato -Luscious Lucy è, ovviamente, solo un nome d'arte per Masato Williams, nata da padre del Rhode Island e madre di Kyoto- aveva parlato loro del suo futuro impegno lottato! E così, dopo essersi date una rinfrescata e stabilito un appuntamento per dopo cena allo Spyglass Rooftop, davanti a un cocktail e alla skyline di New York Masato ha raccontato della sua seconda passione dopo le discipline di meditazione, e di aver firmato a gettone con la NewPW per un paio di incontri a Newark; e che, insomma, le avrebbe fatto molto molto molto piacere, se Lala e Kat fossero andate a vederla il sabato successivo. Lucy ha persino dato loro i biglietti gratis che spettano ad ogni atleta. E così, un viaggetto nel Jersey, in una palestra che puzzava di sudore e piedi, e al cui confronto la 'palestra piccola' della CKW Arena può tranquillamente passare per il Madison Square Garden. E poi, dopo aver assistito a una convincente vittoria via submission di 'Luscious Lucy' su una pittoresca 'Poison Eve' e agli altri incontri tra personaggi forse un po' troppo stereotipati, le nostre sono tornate a casa.

    "Un penny per i tuoi pensieri..."

    "Hmm...sì, ha del potenziale, ma è molto molto sporca nell'esecuzione..."

    "Non tutte hanno avuto la possibilità di fare...kalaripayattu...per 25 anni..."

    Lala approves, per quanto riguarda la pronuncia di Kat. Ma in effetti non è questo a muoversi, come una specie di ombra, appena un passo dietro la coscienza di Lala Nausherwani.

    "Io...penso di averne ancora."

    Lala si morde il labbro inferiore. I suoi progetti, di recente, si sono infranti sempre contro la realtà della sua fragilità fisica - il ritiro da Revolution, lo stint sotto la persona di H... - e con ogni probabilità, Lala ne è pure consapevole. Solo che, per una donna così intelligente, e colta, forse non se ne rende conto. Forse non se ne vuole rendere conto.

    Katheryn la ascolta. Questo è uno dei demoni di Lala, e forse è quello che più d'ogni altro è difficile da esorcizzare. Lala le ha raccontato di Mafungwashe, forse omettendo qualcosa; Katheryn ha capito; e poi, quando c'era uno spiraglio di una nuova possibilità, ancora una volta...

    "Uno, forse due match. Ma su una cosa hai ragione, Kat... tu, tu non puoi lottare negli scantinati."

    "Beh, non è che l'altro giorno mi avessero proposto quello, in ogni caso..."

    Ma comunque, l'implicazione della pakistana sarebbe 'io sì'? Lala non elabora. Socchiude gli occhi, e si accoccola un po' di più sulla sua compagna. Questa donna, che si è gettata giù dalla gabbia di un Hell in a Cell, che ha fatto ogni genere di spot suicidi...si accoccola come una bambina piccola.

    La Winnick giochicchia per un attimo ancora con quella cascata corvina che sono i capelli della Regina Bianca, e manda un profondo sospiro.

    "E' che..."

    "Ecco, ora arriva la ramanzina:" - pensa l'altra - "Ma sei matta? Allora dillo che vuoi finire in sedia a rotelle! E Nwasike si renderà irreperibile, stavolta! Come hai potuto anche solo pensar..."

    "...dovremmo trovare un palcoscenico adeguato. Qualcosa di importante."

    Lala alza lo sguardo, una parte di lei è oggettivamente stupita. Katheryn sorride e le carezza la guancia.

    "Che c'è? Ti aspettavi che mi opponessi? Che dessi in escandescenze dandoti dell'irresponsabile?"

    "Well...in effetti..."

    Katheryn sfarfalla la mano, con noncuranza. Si poggia la testa di Lala sotto la gola, la pakistana che si avvolge nelle parole della danese come in una coperta di Linus

    "Tsk...come se non mi conoscessi, o come se non ti conoscessi. Sai benissimo di averne ancora. E sai che lo so pure io. Ci alleniamo insieme, Ly. Vedo cosa fai, vedo fino a dove ti spingi, e ogni volta è un pochino più in là. Certo, lottare non sarà come fare crossfit, o come provare qualcosa nel ring con me, giusto per non dimenticare certi movimenti ma...ne hai ancora, eccome."

    La fa tirare su. Fisicamente, che forse è meno di quanto non stia facendo psicologicamente: sedute sul letto una sulle gambe dell'altra si guardano. Le punte delle dita di Katheryn scorrono sulla schiena color ambra scura. Si fermano sulla cicatrice.

    "Ascoltami: prima dell'operazione, certe cose erano fattibili solo nella tua testa. Ma adesso, tecnicamente, sei guarita. Quindi...se vuoi farlo, impedirtelo non farebbe che frustrarti. Che lasciarti con il dubbio...anzi, con la certezza, che saresti potuta arrivare fino in fondo. E poi, alla fine, lo faresti comunque, dio solo sa in che modo. Quindi preferisco saperlo, preferisco essere al tuo fianco, e non che lo facessi di nascosto da me...e sì, vorrei tanto che succedesse in un grande palcoscenico, non affittando la palestra di una high school il sabato sera. Perchè...

    E la voce un poco si incrina per l'emozione, o per la tensione...o per la consapevolezza che è un rompere una diga, e non si può tornare indietro.

    ...perchè sei Lala Nausherwani, cazzo, non una misconosciuta esordiente. E un match di Lala Nausherwani, fosse l'ultimo, il penultimo, o il primo di una nuova epoca...merita una grande cornice."

    Le prende la testa tra le mani. Un po' ride, perchè sta parlando come un sergente istruttore. E un po' ha gli occhi lucidi...

    "Farai questa cosa. Non so quando, ma succederà. E da domani, ci alleneremo ancora di più, perchè quando succederà, dovrai essere pronta come non sei mai stata. Non sei più spezzata, amore, quindi tanto vale comportarci di conseguenza."

    "Hmm...non so che farei, senza di te...non so come ho fatto, senza di te..."

    Si accoccola un po' su di lei. Rimane in silenzio per un po'...

    "Ho ancora un paio di costumi di H che non ho mai usato...potrei regalarli a Lucy..."

    Kat apre la bocca, e la richiude. Sembra divertita.

    "Che c'è di così divertente?"

    "Sai...contrariamente a qualcun'altra...Lucy un po' di seno..."

    "Scema!", fa Lala, prendendo il cuscino da sotto la testa di Katheryn e colpendola...ma è palese che si sta divertendo. L'altra si difende come può, chiudendosi a riccio e scalciando alla cieca.

    "Hey! Io dico solo la verità!"

    "Te la faccio vedere io la verità!"

    La breve collutazione si chiude con Lala seduta sopra la pancia di Katheryn, mentre le tiene i polsi incrociati sul petto.

    "Vinto!"

    "E adesso?"

    Ci pensa un po' su. Il tempo necessario per annegare nel blu degli occhi della compagna, nel bianco del suo sorriso, nel rosa delle sue labbra.

    "Riscuoto il mio premio"

    Si china in avanti, avida di baci.

     
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